Prime Esperienze
SENSAZIONI

14.03.2025 |
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"Quella volta, durante la nostra vacanza insieme, con i rispettivi partner, c’è stata una sola volta e la ricordo ancora, in cui il caso mutò in realtà, un..."
Nel racconto «LA DONNA DEL MIO AMICO» ho parlato di Sandra con la quale ho vissuto momenti stupendi. Ma quei momenti sono stati il culmine di una serie di sensazioni che ho vissuto prima di riuscire a conquistarla. Quei sentimenti erano rimasti nascosti nel mio animo perché mai avrei voluto offendere la sensibilità del mio amico e della mia compagna. Ora che sono passati tanti anni, la memoria è riaffiorata prorompente, facendomi rivivere quelle bellissime sensazioni che ho provato nel guardarla, consapevole, allora, che forse non si sarebbero mai realizzate. Ora come allora, vorrei far sapere a Sandra quello che non le ho mai detto.****
Forse non hai mai notato i miei sguardi che ti accarezzavano. Ma sicuramente, accarezzare è dir poco. I miei sguardi ti palpavano, ti scrutavano, ti spogliavano. Attraverso lo sguardo cercavo ogni dettaglio che potesse nutrire la mia fantasia e la voglia di te che mi bruciava. Quella voglia di scoprire ogni piccolo particolare della tua eccitante femminilità. Ricordo come fosse ora; ogni volta che il mio sguardo scivolava per insinuarsi oltre il lecito. Ogni volta che cercavo di cogliere un particolare, anche minimo, di ciò che apparteneva alla tua intimità. Con lo sguardo scrutavo ogni tuo movimento, sperando che il caso mi donasse qualche piccolo dettaglio.
Ancora oggi, se chiudo gli occhi, vedo i tuoi fianchi sinuosi, il tuo sedere tondo, alto, sodo. Quel sedere su cui avrei voluto passare le mani, accarezzarlo, scoprirne la consistenza, la delicatezza e la forza. Quel sedere che avrei voluto stringere e schiaffeggiare. Non c’era abbigliamento che potesse celare il tuo erotismo. Il tuo corpo, la tua femminilità, veniva fuori da ogni lembo, si intravedeva sotto ogni trasparenza, riempiva ed animava ogni tessuto. I tuoi pantaloni, sempre stretti e sensuali, lasciavano al mio sguardo un frammento del tuo intimo, sempre sottile, sempre lussurioso.
Costruivo su quel frammento, i miei sogni ad occhi aperti. Alla realtà, fredda e banale, sterile e formale, sovrapponevo il sogno di te. Il desiderio di vedere nella sua interezza ciò di cui mi era concesso così poco. Dipingevo sulla monotonia, il sogno di sfilare quegli abiti, quell’intimo. Scoprire e conoscere con le mani ciò che con gli occhi potevo solo bramare. È sempre stato impossibile per me abituarmi a te. Renderti parte della monotonia, della sterile routine. Per me sei sempre stata fiamma ardente che mi accendeva e mi scaldava. Ogni particolare, ogni gesto appiccava in me quel calore languido e smanioso, dava fuoco alla mia eccitazione. Ogni volta fingevo di ascoltarti, ma ti guardavo solo per saziarmi della tua bellezza e sensualità. Scivolavo, mentre le tue parole tacevano nella mia mente, oltre l’orlo della tua scollatura, sognavo di percorrere con le dita lo spazio tra i seni. Aprire quei bottoni, lasciar scivolare via quel velo che ti nascondeva. Immaginavo di poter toccare e baciare quel seno di cui potevo solo ammirarne una forma apparente.
Quella volta, durante la nostra vacanza insieme, con i rispettivi partner, c’è stata una sola volta e la ricordo ancora, in cui il caso mutò in realtà, un pezzetto del mio sogno. Fu il caso e non la mia mano ad aprire quel bottone, a regalare il tuo seno ai miei occhi e non alla mia immaginazione. L’aureola scura e larga spuntava dal pizzo sensuale, pennellata di femminile sensualità. La pelle bianca e candida a farle da sfondo. Poi, distesa al sole, la tua pelle carezzata dai roventi raggi, coperta da poche pennellate di colore, regalava poco all’immaginazione. Il pensiero della pelle calda, è una scintilla di passione che si accese negli occhi e divampava nella mente. Le mani fremevano dal desiderio di sentirla accaldata, liscia e morbida. Avrei accarezzato ogni lembo di pelle avvertendo il calore che ti baciava e pulsare attraverso le mani. Con le dita avrei saggiato ogni rotondità della tua carne fino a scolpire nella mente la tua florida lussuria. Avrei passato le mani sulla tua schiena in un lento vagabondare irrequieto, agognando la meta, dove la tua femminilità diveniva carnalità. Immaginavo di stringere, premere, esplorare. Volevo sentire la dolcezza e la forza, la passione e l’ardore. La mia voglia si insinuava là dove più si faceva segreta la voluttà del tuo corpo. Immaginavo di risalire, baciando la tua schiena impregnata del sapore del sole, fino ad arrivare al collo e assaggiare poi il lobo del tuo orecchio. Ascoltavo il mio respiro trasudare desiderio.
Avresti sentito il mio corpo su di te, la dura passione spingersi verso di te. L'avresti sentito appoggiarsi delicatamente sul tuo segreto.
Avresti sentito la tua carne farsi letto accogliente per la mia fantasia.
Avresti sentito il mio corpo adagiarsi nell’abbraccio seducente della tua lussuria. Insinuarsi dove solo un triangolo di colore celava ciò che il pudore mi imponeva di immaginare. Il desiderio si sarebbe fatto veemente, accendendosi sempre più nel bacio della mia carne sulla tua pelle, insinuandosi e sfregando nello spazio della tua femminilità.
Avresti sentito il mio desiderio ribollire, ruvido e passionale. Sempre più caldo e vibrante. Lo avresti sentito dai gemiti inarticolati di goduria della mia bocca. Lo avresti sentito fremente ed esasperato fino a quando non si sarebbe fermato, scivolando con impeto improvviso sulla tua schiena, caldo e appiccicoso.
Avresti sentito il mio corpo spossato. La mia voce sussurrarti la resa.
Avresti sentito le mie labbra baciare ancora il tuo collo, prive di fiato e parole.
Avresti sentito il mio corpo svuotato, ritirarsi da te.
Ancora oggi porto con me quel frutto del caso. Ancora oggi ti porto con me, la tua realtà e le mie fantasie. Ancora oggi il ricordo di te mi risveglia e, ancora oggi, ogni donna è paragonata a te. Ancora oggi ogni sogno, ogni fremito, solitario o meno che sia, non può non essere impregnato dall’eco del tuo erotismo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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